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Home » Consigli Alimentari » Allergie e intolleranze alimentari: facciamo chiarezza

Allergie e intolleranze alimentari: facciamo chiarezza

Francesca Piscopo · 17 Aprile 2025 · Lascia un commento

Molto spesso si parla di intolleranze alimentari e allergie come se fossero sinonimi, ma si tratta di condizioni completamente diverse, sia per i meccanismi coinvolti che per le implicazioni cliniche e diagnostiche. In questo articolo facciamo chiarezza, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche, per aiutarti a comprendere meglio cosa succede nel tuo organismo quando reagisce a certi alimenti.
Vedremo anche cosa fare in caso di sintomi sospetti e come evitare errori comuni, come l’uso di test non validati.

Cosa sono le allergie alimentari

Le allergie alimentari sono reazioni avverse del sistema immunitario a specifici alimenti, considerati erroneamente come pericolosi dall’organismo. In presenza di allergia, il corpo attiva una risposta immunitaria sproporzionata, mediata principalmente dagli anticorpi IgE (immunoglobuline E), che riconoscono alcune proteine alimentari come “nemiche” e innescano una reazione.

Questa reazione può manifestarsi in pochi minuti o entro un paio d’ore dall’ingestione dell’alimento scatenante, con sintomi che vanno da lievi fastidi cutanei fino a gravi emergenze mediche, come l’anafilassi.

I meccanismi alla base dell’allergia

Quando una persona allergica entra in contatto con l’alimento “offensivo”, il sistema immunitario produce IgE specifiche che si legano ai mastociti e ai basofili (due tipi di cellule immunitarie). Alla successiva esposizione, queste cellule rilasciano sostanze come istamina, responsabile dei sintomi.

Le allergie alimentari si distinguono da altre reazioni avverse agli alimenti proprio per il coinvolgimento del sistema immunitario. Questo è ciò che le rende potenzialmente pericolose, anche in piccole quantità di alimento.

Gli alimenti che più comunemente causano allergie sono:

  • Pesce
  • Frutta secca a guscio (nocciole, mandorle, noci, anacardi)
  • Uova
  • Latte vaccino
  • Crostacei e molluschi
  • Arachidi
  • Grano
  • Soia

Alimenti istamino-liberatori e reazioni pseudo-allergiche

Esistono anche reazioni simili all’allergia ma non mediate da IgE, dette pseudo-allergie. In questi casi non c’è un’allergia vera, ma una risposta abnorme del corpo a sostanze istamino-liberatrici o a cibi ricchi di istamina, che può causare sintomi come orticaria, mal di testa, tachicardia, nausea o disturbi gastrointestinali.

Alimenti che possono scatenare pseudo-allergie includono:

  • Pomodori
  • Melanzane
  • Formaggi stagionati
  • Pesce conservato (tonno in scatola, sgombro)
  • Vino rosso
  • Fragole
  • Cioccolato
  • Additivi alimentari (glutammato monosodico, solfiti)

Queste reazioni sono difficili da diagnosticare con test standard: è necessaria una valutazione clinica attenta, spesso con dieta di eliminazione e reintroduzione graduale, sempre sotto supervisione di un professionista.

Sintomi delle allergie alimentari

I sintomi possono interessare diversi organi e apparati:

  • Cute: orticaria, prurito, rossore, gonfiore (angioedema)
  • Apparato respiratorio: rinite, tosse, asma, difficoltà respiratorie
  • Apparato digerente: nausea, vomito, crampi, diarrea
  • Sistema cardiovascolare: calo della pressione, tachicardia, shock anafilattico (nei casi più gravi)

Come si diagnosticano le allergie alimentari

La diagnosi di allergia alimentare si basa su tre elementi fondamentali:

  • Anamnesi accurata: raccolta dettagliata dei sintomi e dei sospetti alimentari
  • Test cutanei (prick test) o dosaggio delle IgE specifiche (rast test) nel sangue
  • Test di provocazione orale (effettuato solo in ambiente medico, se necessario), che consiste nell’assunzione controllata dell’alimento per valutare la reazione

I test diagnostici vanno sempre interpretati da un allergologo esperto, poiché la sola presenza di IgE specifiche non implica automaticamente un’allergia clinicamente attiva.

Cosa sono le intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse non immunologiche che si verificano quando l’organismo fatica a digerire o metabolizzare correttamente alcuni componenti degli alimenti. A differenza delle allergie, non coinvolgono il sistema immunitario né la produzione di anticorpi IgE, e non sono pericolose per la vita, ma possono comunque influenzare in modo significativo la qualità di vita.

Meccanismi delle intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari derivano da diverse cause che, pur non coinvolgendo il sistema immunitario come le allergie, possono influire sulla salute in vari modi. I principali meccanismi delle intolleranze alimentari includono:

  • Impossibilità di metabolizzare determinati composti: Alcune intolleranze sono legate all’incapacità dell’organismo di metabolizzare determinati composti. Ad esempio, alcune persone non riescono a metabolizzare correttamente il fruttosio, un tipo di zucchero presente in molti alimenti. Quando il fruttosio non viene digerito correttamente, può causare gonfiore, nausea e difficoltà digestive.
  • Deficit enzimatici: Questo è uno dei principali meccanismi. Un esempio comune è l’intolleranza al lattosio, causata dalla carenza dell’enzima lattasi, che è responsabile della digestione del lattosio presente nei latticini. Senza la lattasi, il lattosio non viene digerito correttamente e può causare gonfiore, crampi addominali e diarrea.
  • Reazioni a composti naturali: Molti alimenti contengono sostanze naturali che, in alcune persone, possono causare sintomi di intolleranza. Un esempio sono le amine biogene, come l’istamina, che può essere presente in alimenti fermentati o stagionati (come formaggi, salumi e vino rosso). Un accumulo di istamina può provocare mal di testa, eruzioni cutanee o reazioni simili a quelle allergiche, ma senza coinvolgere il sistema immunitario.
  • Sensibilità a sostanze specifiche: In alcuni casi, l’intolleranza può derivare dalla sensibilità a certe sostanze presenti negli alimenti, come la caffeina o i FODMAPs (fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols). Questi carboidrati a catena corta possono essere difficili da digerire per alcune persone, causando sintomi gastrointestinali come gonfiore, flatulenza e crampi.

Sintomi comuni delle intolleranze alimentari

I sintomi compaiono generalmente più tardi rispetto alle allergie (anche dopo diverse ore o giorni) e coinvolgono prevalentemente l’apparato gastrointestinale:

  • Gonfiore addominale
  • Dolori o crampi intestinali
  • Diarrea o stitichezza
  • Nausea
  • Mal di testa, affaticamento, irritabilità (in alcuni casi)

Nonostante siano fastidiose, le intolleranze non causano anafilassi o reazioni sistemiche acute.

Le principali intolleranze alimentari

Ecco alcune delle più note e riconosciute:

  • Intolleranza al lattosio: causata da un deficit dell’enzima lattasi, che impedisce la digestione dello zucchero del latte.
  • Sensibilità al glutine non celiaca: presenta sintomi simili alla celiachia, ma senza danni intestinali né presenza di anticorpi specifici.
  • Reazioni ai FODMAP: un gruppo di carboidrati fermentabili mal assorbiti, responsabili di disturbi intestinali, soprattutto nella sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
  • Intolleranza all’istamina: dovuta a un disequilibrio tra istamina assunta e capacità di degradarla (mediata dall’enzima DAO).

Alcune condizioni, come la celiachia, sono erroneamente considerate intolleranze: in realtà sono patologie autoimmuni.

I test per le intolleranze: cosa dice la scienza

Molti test commerciali (come i test sulle IgG4 o i test kinesiologici) vengono spesso proposti per diagnosticare presunte intolleranze, ma non hanno alcuna validità scientifica. Le IgG non sono marcatori di intolleranza, ma semmai un segno di esposizione abituale a un alimento, senza valore predittivo clinico.

Le linee guida internazionali (EAACI, SIAIP, NICE) sconsigliano l’uso di questi test per porre diagnosi, sottolineando l’importanza di una valutazione clinica professionale, eventualmente supportata da diario alimentare, diete di eliminazione e reintroduzione controllata.

Differenze tra allergie e intolleranze alimentari

Le differenze tra allergie e intolleranze alimentari sono sostanziali, sia nei meccanismi biologici che nei sintomi e nella diagnosi. Tuttavia, nella comunicazione comune, questi termini vengono spesso confusi o usati in modo intercambiabile, generando incertezze, autodiagnosi errate e diete inutilmente restrittive.

Coinvolgimento del sistema immunitario

La differenza principale è che le allergie alimentari coinvolgono il sistema immunitario, mentre le intolleranze no.

  • Le allergie sono reazioni immunomediate, solitamente mediate da anticorpi IgE specifici, che si attivano quando l’organismo riconosce erroneamente una proteina innocua come una minaccia. Questo attiva una risposta infiammatoria rapida e potenzialmente grave.
  • Le intolleranze, invece, sono risposte non immunologiche, spesso legate a deficit enzimatici (come nel caso del lattosio) o all’accumulo di sostanze che l’organismo non riesce a gestire.

Tempo di comparsa e sintomatologia

  • Le allergie alimentari si manifestano in genere entro pochi minuti o ore dal contatto con l’alimento incriminato e possono dare origine a:
    • Orticaria, prurito, gonfiore
    • Difficoltà respiratorie
    • Vomito, diarrea acuta
    • Anafilassi (in casi severi)
  • Le intolleranze alimentari hanno invece una comparsa più lenta e graduale (ore o giorni) e si manifestano con sintomi soprattutto gastrointestinali:
    • Gonfiore
    • Nausea
    • Crampi addominali
    • Irregolarità dell’alvo

Diagnosi: test scientifici vs test non validati

  • Le allergie alimentari possono essere diagnosticate con precisione attraverso test validati come:
    • Dosaggio delle IgE specifiche
    • Prick test cutanei
    • Test di scatenamento orale in ambiente clinico
  • Le intolleranze alimentari, tranne alcuni casi specifici (es. breath test per lattosio e fruttosio), non hanno test diagnostici affidabili. I cosiddetti test IgG4, test del capello, Vega test o biorisonanza non sono scientificamente validi e possono portare a eliminazioni alimentari inutili e dannose.

Impatto psicologico e percezione soggettiva

Un altro punto di distinzione riguarda la componente psicologica: spesso le intolleranze alimentari vengono percepite sulla base di esperienze soggettive o disturbi funzionali come la sindrome dell’intestino irritabile, e ciò può generare un circolo vizioso tra cibo e sintomo, con il rischio di autodiagnosi e diete restrittive ingiustificate.

In sintesi: tabella comparativa

CaratteristicaAllergie alimentariIntolleranze alimentari
MeccanismoImmunologico (IgE, IgA)Non immunologico
Comparsa dei sintomiRapida (minuti-ore)Ritardata (ore-giorni)
SintomiCutanei, respiratori, gastrointestinali, anafilassiGastrointestinali, cefalea, affaticamento
DiagnosiTest IgE, prick test, test oraleEsclusione/reintroduzione, breath test
GravitàPotenzialmente graveFastidiosa ma non pericolosa

Come gestire allergie e intolleranze alimentari

La gestione delle allergie alimentari e delle intolleranze alimentari richiede un approccio personalizzato, che si basi sulla diagnosi corretta, sull’educazione del paziente e su modifiche della dieta. Sebbene le due condizioni differiscano per i meccanismi che le scatenano, entrambe richiedono attenzione per prevenire reazioni avverse e migliorare la qualità della vita.

Gestione delle allergie alimentari

La gestione delle allergie alimentari si concentra principalmente sulla prevenzione dell’esposizione agli alimenti che scatenano la reazione. È essenziale evitare categoricamente l’alimento allergenico per evitare gravi reazioni, come l’anafilassi, che può essere fatale.

  • Educazione e consapevolezza
    Una delle chiavi per la gestione delle allergie alimentari è l’educazione. Le persone devono imparare a riconoscere gli allergeni nei cibi, leggere le etichette alimentari con attenzione e sapere quali ingredienti evitare. Questo include l’educazione anche per i ristoratori e le persone che preparano i cibi.
  • Uso di adrenalina autoiniettabile (Epipen)
    Per le persone che sono a rischio di reazioni anafilattiche, è fondamentale che abbiano sempre a disposizione un autoiniettore di adrenalina (Epipen). L’adrenalina è il trattamento principale per le reazioni allergiche gravi e deve essere somministrata tempestivamente.
  • Monitoraggio medico continuo
    Le allergie alimentari possono cambiare nel tempo, e una persona che era allergica a un determinato alimento potrebbe non esserlo più, o viceversa. Per questo, è importante che i pazienti sottopongano a monitoraggio periodico la loro condizione, attraverso test cutanei o analisi del sangue per misurare i livelli di IgE specifiche.
  • Trattamenti farmacologici di supporto
    In alcuni casi, i farmaci come gli antistaminici possono essere utilizzati per gestire i sintomi meno gravi delle allergie, come prurito, orticaria o gonfiore.

Gestione delle intolleranze alimentari

La gestione delle intolleranze alimentari, a differenza delle allergie, non implica la prevenzione di reazioni immunologiche gravi, ma si concentra sull’adattamento della dieta per ridurre i sintomi.

  • Dieta di eliminazione e reintroduzione: La dieta di eliminazione è una delle strategie più utilizzate per diagnosticare e gestire le intolleranze alimentari. Una volta identificato l’alimento che causa i sintomi, esso viene eliminato dalla dieta per un periodo di tempo, e successivamente reintrodotto per verificare la risposta del corpo. Questo processo consente di individuare i cibi problematici ed evitare il loro consumo.
  • Sostituzioni alimentari: In caso di intolleranza a determinati alimenti, come nel caso dell’intolleranza al lattosio, è essenziale utilizzare sostituti alimentari per garantire un’alimentazione equilibrata e soddisfacente.
  • Approccio gradualista: Alcuni persone con intolleranza alimentare potrebbero tollerare piccole quantità di un determinato alimento, quindi l’approccio graduale (introducendo l’alimento in piccole quantità e aumentando progressivamente) può essere utile per alcuni casi di intolleranza, come quella al lattosio o a certi FODMAP.
  • Supporto nutrizionale e integratori: Se un’intolleranza alimentare porta a carenze nutrizionali (come la carenza di calcio in caso di intolleranza al lattosio), può essere necessario ricorrere a integratori alimentari o a fonti alternative di nutrienti per mantenere un buon stato di salute. Inoltre, l’assistenza di un nutrizionista esperto può essere fondamentale per garantire un’alimentazione adeguata.

Consigli della Nutrizionista

  • Non fare diagnosi da solo: Evita di autodiagnosticarti un’allergia o un’intolleranza alimentare, soprattutto basandoti su test non scientificamente validati (come quelli per le IgG). Rivolgiti sempre a un professionista per una diagnosi corretta.
  • Consulta un nutrizionista: Se sospetti di avere un’intolleranza alimentare, un nutrizionista può aiutarti a gestire la tua dieta in modo equilibrato, evitando i cibi problematici ma garantendo comunque l’apporto di nutrienti necessari.
  • Non eliminare cibi senza motivo: Non eliminare alimenti dalla tua dieta senza una ragione valida. Alcune intolleranze sono temporanee e possono migliorare con il tempo, quindi è importante seguire una dieta equilibrata sotto la guida di un esperto.
  • Controlla le etichette: Per chi soffre di allergie alimentari, è essenziale leggere le etichette dei cibi e chiedere sempre informazioni sui ristoranti per evitare l’esposizione a cibi allergenici.

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